Sì, sono scuro in viso,
però va tutto bene:
lo vedi il mio sorriso?
Far pace ci conviene:
su di te, dolce amore,
non nutro alcun sospetto
(ho un po’ di raffreddore:
dov’è il mio fazzoletto?)
Scordiamoci il passato.
Partiamo, sarà bello!
Ho appena prenotato
la suite al Grand’Otello…
Scegliere l'indirizzo iltuonome@geloso.it ricalca il luogo comune, e quindi è perfetto per agganciare tutte quelle donne che continuano a credere che gelosia voglia dire amore. E saranno perciò ben contente di avere a che fare con un uomo che promette di non ignorarle: meglio essere chiuse in casa da lui, che chiudersi in casa da sole!
Il termine "geloso" deriva dal latino basso "zelosus" (dal greco "zelotòs"): emulo, rivale. A partenza dal greco "zèlos" (latino: "zelum"): zelo, emulazione, invidia, gelosia. L'etimologia di questa parola ci dice molto del suo contenuto. Il geloso è, alla lettera, un "rivale": uno che deve competere con un altro (o con molti altri) per il possesso di un bene che ritiene gli appartenga. La presenza (il fantasma), all'interno di un rapporto amoroso, dell' "altro": di una persona (reale o solo temuta) con la quale si deve rivaleggiare, la dice lunga sul tipo di rapporto che lega il geloso al suo partner. E soprattutto la dice chiara: non è amore. L'amore è una questione esclusiva tra due individui: non prevede l'esistenza di un terzo, o di terzi. Non solo non li prevede: non li vede nemmeno. Se c'è, non c'è amore. L'amore e la gelosia appartengono a due galassie diverse. Lontanissime tra di loro.